Quali rimedi per emorroidi applicare per ridurre il fastidio?

Salute & Benessere

Se si potesse scegliere di non avere le emorroidi infiammate, tutto sarebbe più facile. Purtroppo, invece, questa sgradevole evenienza ci coglie nei momenti peggiori (non ce n’è mai uno giusto), portando con sé sintomi poco simpatici. Rimedi per emorroidi e ragadi sono spesso ricercati. Infatti, i due disturbi, pur essendo differenti e avendo origini diverse, potrebbero coesistere: la delicata cute della zona ano-rettale, infiammata e assottigliata, può presentare abrasioni e fissurazioni.

Da cosa dipendono le emorroidi? Si tratta davvero di una patologia?

Quando ci riferiamo al disturbo, è corretto parlare di “malattia emorroidaria” oppure “patologia emorroidaria”. Infatti, le emorroidi non sono patologiche. Si tratta di cuscinetti o gavoccioli vascolari di tessuto spugnoso, morbido, fisiologicamente presenti in tutti noi. Tali cuscinetti mantengono la continenza delle feci e proteggono lo sfintere anale durante l’evacuazione, consentendo il passaggio del materiale fecale. È possibile individuare due tipi di emorroidi:

  • Gavoccioli interni. Non sono riconoscibili a occhio nudo, poiché localizzate nel canale anale e ricoperte di mucosa rettale.
  • Gavoccioli esterni. Si possono vedere sotto la cute attorno all’orifizio anale, e sono rivestite di tessuto cutaneo.

In alcune situazioni, le emorroidi possono diventare patologiche. Ciò accade quando:

  1. Si verifica un rilassamento del tessuto che riveste il canale anale.
  2. La circolazione del sangue nei vasi emorroidari si indebolisce.
  3. Si riscontrano piccoli traumi a danno del plesso emorroidario e della mucosa rettale.

Cause e possibili sintomi del disturbo emorroidario

Generalmente, l’eziopatogenesi del problema emorroidario individua più cause. Tuttavia, il disturbo è riconducibile a una non ottimale circolazione sanguigna nei vasi emorroidari. In particolare, siamo in presenza di emorroidi patologiche quando:

  • I cuscinetti o gavoccioli si gonfiano e prolassano, ossia scivolano fuori dal canale anale (talvolta, nei casi più severi della malattia, il prolasso è permanente e non più riducibile).
  • I cuscinetti emorroidari si gonfiano e diventano sintomatici, pur non prolassando.
  • I gavoccioli prolassano ma rientrano spontaneamente o tramite manovra manuale.
  • Si nota la presenza di ematomi dovuti a trombosi, una complicanza del disturbo, che prevede la formazione di coaguli sanguigni in uno dei gavoccioli, con possibile rottura degli stessi e perdita di qualche goccia di sangue.

Alcuni fattori o elementi predisponenti:

  • Casistica già riscontrata in famiglia.
  • Alimentazione non regolare, priva di fibre alimentari.
  • Sedentarietà.
  • Sovrappeso/obesità.
  • Svolgimento di discipline sportive che includono attrito e sfregamento della zona anale o prevedano sforzi intensi.
  • Stato interessante.

Sintomatologia riscontrata:

Alcuni di noi possono riportare un fastidio doloroso anche intenso. I sintomi includono:

  • Prurigine a livello anale.
  • Dolore durante l’evacuazione.
  • Corpo estraneo a livello anale.
  • Secchezza, tensione anale.
  • Tenesmo rettale, cioè sensazione di continuo stimolo a evacuare.

Quattro rimedi utili per attenuare la sintomatologia sgradita

I rimedi e consigli di salute sono praticabili nel quotidiano, vediamone quattro.

1. Seguire una giusta dieta equilibrata

Ecco in che modo regolarsi:

Cibi contenenti fibre. Se il disturbo è dovuto alla stitichezza, il regime alimentare dovrà includere frutta fresca e verdura di stagione, così come alimenti  integrali e legumi. Le fibre sono importanti per promuovere la motilità intestinale.

Alimenti con effetto astringente. Limone, riso, banane acerbe, patate, carote crude, riso bollito: se il disturbo emorroidario è imputabile a episodi di diarrea e intestino scombussolato, questi alimenti concorreranno a ridurre gli episodi di feci liquide. Anche se l’insorgenza di emorroidi è maggiormente attribuita alla stitichezza, il frequente passaggio di feci liquide può concorrere a irritare la zona anale, acuendo un disturbo già conclamato.

Alimenti molto speziati e piccanti, fritti, grassi, irritanti e lassativi. Per non aggravare la situazione locale, è consigliabile sospendere il consumo di caffè, cioccolato, alcolici, insaccati salati, fritture, spezie molto piccanti.

Bere acqua è sempre importante. L’introito idrico ideale è di almeno un litro o un litro e mezzo al giorno. Bere acqua sarà utile a rendere morbide le feci, facilitandone l’espulsione.

2. Attenuare i sintomi con un prodotto topico

Può essere utile un trattamento ad uso locale. Su suggerimento del medico e/o del farmacista, è possibile utilizzare un farmaco di automedicazione in crema, per alleviare infiammazione, congestione e dolore, utile nelle fasi acute.

Se preferiamo un approccio privo di medicinali, è possibile applicare un gel con una formulazione emolliente e protettiva, oltre che idratante, per dare freschezza, sollievo e favorire i processi di riparazione tissutale.

3. Non stare sempre seduti, ma fare qualche passeggiata o sport

La sedentarietà non è certo amica di una ottimale circolazione sanguigna. Stare sempre seduti può promuovere il ristagno del sangue venoso, peggiorando il microcircolo e la congestione delle emorroidi. Discipline quali nuoto, camminata sono indicate per evitare la comparsa dei sintomi.

4. Sfruttare l’effetto miorilassante dell’acqua tiepida

Niente impacchi di ghiaccio, anche se sembra (erroneamente) essere un rimedio piuttosto diffuso contro il dolore. Al contrario, il sollievo e la leggera azione anestetizzante del freddo saranno solo temporanei. Infatti, il freddo provoca vasocostrizione, e il restringimento dei vasi emorroidari non farà che acuire il dolore. Invece, l’azione dell’acqua tiepida o a temperatura ambiente rilasserà i muscoli ano- rettali, migliorando il ritorno venoso e diminuendo lo strozzamento dei vasi sanguigni.

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