Venerdì 17, il giorno più temuto: perché porta sfortuna?
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Dalla filosofia alla religione, ecco perché il venerdì 17 è diventato nell’immaginario collettivo il giorno della “sfortuna”.
Ci siamo, è giunta l’ora del primo venerdì 17 del 2015. Più volte il Cicap, il Comitato italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, ha organizzato proprio di venerdì 17 una speciale giornata anti-superstizione per affermare che non c’è nulla di vero in queste credenze sulla sfortuna. Inevitabile, a questo punto, chiedersi perché questo specifico giorno, che nel 2015 per la prima volta è caduto di venerdì 17 aprile, sia così temuto dai superstiziosi.
La “cattiva reputazione” del venerdì 17 deriva da due eventi visti come negativi, almeno nella tradizione italiana o comunque greco-latina: il Venerdì sarebbe il giorno della morte di Gesù secondo i Vangeli, e il 17 secondo i filosofi pitagorici dell’Antica Grecia era portatore di sfortuna perché situato tra 16 e 18, i numeri perfetti. Anche il diluvio universale, secondo la Genesi, cominciò nel giorno 17.
Ma la superstizione su venerdì 17 potrebbe anche risalire al 9 dopo Cristo quando la diciassettesima legione, insieme ad altre due, fu completamente sterminata dai Germani a Teutoburgo. Nel Medioevo, invece, si generò una certa confusione fra il VIXI, che significa “ho vissuto”, inciso sulle tombe e il numero 17, cioè XVII per gli antichi romani.Eptacaidecafobia: scusate la parola difficile, ma è così che si chiama la folle paura del 17 numero.
Attenzione, però, perché per qualcuno il significato numero 17 è positivo: secondo la Cabbala ebraica, infatti, esso deriva dalla somma di tre lettere dell’alfabeto ebraico che compongono la parola “bene”.
Nella vita quotidiana, siamo circondati dalla superstizione riguardante il 17 numero: avete mai notato che in molti aerei italiani manca la fila 17, oppure che gli interni di alcuni palazzi non portano il 17 numero? Ciò, spesso, accade anche per il numero 13 che soprattutto nella tradizione anglo-sassone è latore di sfortuna e negatività. Perché, oltre al venerdì 17 e al 17 numero, anche il 13 è temuto tanto dai superstiziosi?
Si ritiene che nell’Ultima Cena, il 13° a tavola fosse Giuda, il “traditore” di Gesù Cristo. Ecco perché, in Italia, essere in 13 seduti ad una tavola si dice porti sfortuna. Nella tradizione scandinava, il 13° semidio è Loki, crudele fratellastro di Thor che, senza alcun invito, si presenta di prepotenza al convivio degli dei.
Tra la popolazione babilonese, seguire il 12, numero considerato “scarso” era una vera e propria sventura, dunque il 13 numero non era per niente amato. Ricordate i Cavalieri Templari? Ebbene, la storia ci dice che era venerdì 13 quando il re di Francia, Filippo il Bello,ordinò l’arresto e l’inizio della loro fine. Questa, più che sfortuna, fu una vera e propria tragedia. E se fossero ledonne la causa della sfortuna nel giorno di venerdì 13?
Secondo un’antica convinzione, i mesi lunari, per tradizione legati al mondo femminile, sarebbero 13 e non 12 come avviene nel calendario solare. Dunque, nelle antiche società patriarcali il 13 numero era considerato portatore di sventura. Ad ogni modo, che sia venerdì 17 o venerdì 13, i superstiziosi quando cade questa data stanno molto attenti: la sfortuna è dietro l’angolo…