Sentenza Calciopoli: dopo prescrizione Moggi, scudetti alla Juve?
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Juventus pronta alla battaglia legale, dopo sentenza Calciopoli, per chiedere 444 milioni di euro di danni e la restituzione di 2 scudetti.
Calciopoli non si è conclusa con la prescrizione Moggi e degli altri imputati. Ora, la battaglia giudiziaria diventa politica. In ballo ci sono i soldi e i due famosi scudetti – uno revocato per la stagione 2004-2005 e l’altro, inerente la stagione 2006-2006, assegnato all’Inter – che a Torino non hanno nessuna intenzione di mollare. Per sapere quali saranno le prossime mosse juventine, sarà necessario attendere le motivazioni della sentenza Calciopoli che ha sancito la prescrizione, che non è una assoluzione, Moggi e Giraudo.
Il punto fondamentale su cui verterà la battaglia legale della Juve, è che a Napoli, in primo grado, erano state escluse le responsabilità civili del club torinese. Per questo motivo Andrea Agnelli, che aveva presentato al Tar – l’udienza non è stata ancora fissata – una richiesta danni nei confronti della Federcalcio per la cifra astronomica di 444 milioni di euro, ha fretta di leggere le motivazioni della Cassazione sulla sentenza Calciopoli, per decidere se rivolgersi o meno alla giustizia ordinaria e portare avanti, fino in fondo, la battaglia giudiziaria.
La richiesta danni deriva dal calcolo di tutto quello che la Juve avrebbe perso economicamente a causa del processo Calciopoli: calo in Borsa (130 milioni), svalutazione del marchio (110), esclusione dalla Champions League (80), diminuzione dei diritti tv (40). Qualora dovessero essere accolte le richieste juventine, questa cifra astronomica farebbe saltare completamente non solo il banco della Figc ma anche tutto il calcio italiano.
Ma la battaglia legale della Juventus non si esaurisce nella questione economica e nella richiesta danni, in seguito alla sentenza Calciopoli della Cassazione che ha portato a prescrizione Moggi. Il club di Andrea Agnelli punta anche alla revisione del processo sportivo e alla restituzione dei due scudetti che le sono stati tolti. A distanza di quasi dieci anni, lo scandalo che si è abbattuto sul calcio italiano, dopo l’intervento della Cassazione con la sentenza Calciopoli, non è ancora finito.