‘Dimmi come lo mangi’: lo slogan pubblicitario che sconvolge il web
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Mikado, polemiche su campagna pubblicitaria
Lanciato come hashtag , lo slogan #dimmicomelomangi sta facendo molto discutere tra doppi sensi e proteste degli internauti.
Mikado è il famoso bastoncino di biscotto ricoperto di cioccolato: chi non lo conosce? L’azienda produttrice del simpatico snack, in queste ore, sta pubblicizzando il suo prodotto con un hashtag #dimmicomelomangi, chiedendo agli utenti di Twitter di pubblicare fotografie, oppure video, per mostrare in quale modo preferiscono gustare i Mikado. L’iniziativa sta avendo un grosso seguito di pubblico, però le reazioni non sono proprio quelle che, probabilmente, si aspettavano i responsabili del marketing.
Appena lanciato l’hashtag, sono piovuti commenti e risposte hot, e come poteva essere altrimenti? #dimmicomelomangi, in effetti, più che ad una campagna pubblicitaria simpatica, si presta ad una serie di facili battute “piccanti” e gli internauti non sembrano molto contenti della piega che sta prendendo l’iniziativa.
Infatti, sono sempre più numerose le persone che protestano per la presunta volgarità del tema e per le conseguenti risposte “hot”. Alcuni ritengono che l’azienda non si stia affatto facendo una buona pubblicità con questo slogan ampiamente a doppio senso, mentre altri chiamano addirittura in causa Rocco Siffredi.
Sì, proprio lui, l’attuale concorrente dell’Isola dei Famosi. Rocco Siffredi, poco tempo fa, è stato testimonial di una nota marca di patatine: lo spot giocava tutto sul doppio senso legato alla “patata”.
Ebbene, la pubblicità, dopo le proteste e le feroci critiche dei consumatori, è stata sospesa perché considerata troppo “hot”. Adesso, però, qualche utente di Twitter si chiede come mai lo spot in cui compariva l’attore e produttore di film hard sia stato censurato per evidenti richiami “piccanti”, mentre quello della Mikado sia addirittura diventato primo hashtag nei trend topic di Twitter.
La società che produce Mikado farebbe bene a riflettere sulla sua campagna pubblicitaria che, citando una utente del social network rischia di essere ricordata come l’ideatrice: “dell’hashtag più volgare della storia”.